8 marzo 2020, all’Hotel del Bosco, sembrerebbe una mattina come tante altre. Sveglia all’alba, una sistemata, occhiali e via. Come d’abitudine, con occhi semi chiusi e poche luci accese preparo un caffè, un buon espresso, amaro e bollente. È presto, gli ospiti dormono ancora. Devo preparare il buffet per la colazione, non c’è tempo da perdere, fra poco qualcuno si sveglierà, non posso farmi cogliere impreparata. Accendo la TV, per rompere il silenzio, il volume è basso, ma riesco a sentire la notizia del TG5. E’ stato firmato un decreto questa notte, dice che il virus è ingestibile e così, ognuno di noi, dovrà restare rinchiuso nella propria casa per sconfiggere questo gigante invisibile. Distanziamento, isolamento, dicono. Tutti in quarantena, al momento fino al 3 aprile. Ma che succede? Non può fermarsi tutto! Sembra assurdo. Passa un’ora, torte, biscotti, marmellate, burro, latte e uova sono ordinatamente sistemati sul bancone centrale della sala. Si affaccia silenziosamente il primo ospite, ha già sentito la notizia, il viso è scuro, la preoccupazione si percepisce a distanza, gli sguardi si incontrano, un sorriso, un buongiorno e poi assieme ad ascoltare il notiziario. Scambiamo due parole sull’argomento. Ma non era un’influenza? Nel frattempo la sala si riempie, poche parole, tutti ascoltano il TG. C’è agitazione, confusione, voglia di andare a casa, paura di restar bloccati a Livigno. Colazione veloce e poi in camera a preparare i bagagli. A metà mattina l’hotel si svuota, sbarazziamo i tavoli guardando dalla veranda le auto che si allontanano. La preoccupazione è tanta, la situazione è irreale. Nei giorni successivi il mondo pian piano si ferma. Il virus viaggia velocemente, i casi aumentano in tutto il mondo. Fabbriche, hotel, ristoranti, bar, parrucchieri, tutti chiudono, tutti in quarantena, #IORESTOACASA. I ragazzi studiano da casa, con i pantaloni del pigiama e la felpa della Vans per apparire ordinati, le mamme si riscoprono mamme e un po’ maestre, i papà si riscoprono papà e non hanno mai avuto un garage così ordinato. I nonni diventano tecnologici, abbracciano i nipoti da Skype. Siamo tutti pizzaioli e anche un po’ pasticceri. La pandemia non rallenta, in televisione non si parla d’altro. SIAMO IN GUERRA, i nostri soldati sono medici, infermieri, operatori sanitari, CHE COMBATTONO CONTRO IL NEMICO INVISIBILE: COVID19, così è stato battezzato. E’ una guerra senza armi, senza carri armati, gli unici motori in circolazione sono le ambulanze con le sirene spente, per non inquietare ulteriormente la popolazione chiusa nel silenzio assordante delle città, e i mezzi militari che trasportano bare nei forni crematori. Troppi morti, troppi, troppi morti. Persino le Chiese sono chiuse, ma le messe vengono celebrate. La gente prega, piange e si dispera, qualcuno ha perso il marito, la moglie, un fratello o un amico. Uomini e donne morti in solitudine, senza una carezza, un bacio, un abbraccio, senza il funerale che li accompagna all’ultimo viaggio. Qualcosa è andato storto, gli Americani dicono che i Cinesi non ci hanno raccontato tutto, I Cinesi danno la colpa agli Americani. Gli Italiani non sanno più a chi credere e chi incolpare, forse il pipistrello, forse un errore letale. Bisognava anticipare il lockdown, forse. Ognuno dice la sua. Si canta dai balconi, si appendono bandiere e striscioni. #ANDRATUTTOBENE, l’abbiamo scritto con mille colori. La gente è preoccupata, non sa cosa fare, serrande abbassate, chiudono il locale … ma il governo, non può aiutare? Abbiamo perso 200 soldati con il camice bianco, e oltre 33000 sono i caduti Italiani. Uniti ce la faremo a risollevare quest’Italia ammalata. Apriamo o non apriamo?! Ogni giorni leggi nuove, restrizioni che cambiano in continuazione, preoccupazione per questa situazione delicata e particolare. Finalmente la decisione: BISOGNA RIPARTIRE ….. APRIAMO, ci assicureremo che le pulizie vengano effettuate con cura, sanificando tutti gli elementi e rispettando le norme di sicurezza.
Sorrideremo con gli occhi e sotto la mascherina stringeremo i denti.
Fate attenzione, non abbassate la guardia, no assembramenti.
#RESTATEACASA ... ma ... se proprio non ce la fate … quest’estate veniteci a trovare
Un abbraccio, Cinzia, Rudi, Irene e Giulia